Apr 27, 2024 Last Updated 10:19 AM, Oct 14, 2021

Pentedattilo 2017

Il corto è un anticorpo
che forza i registi a dimostrare il proprio valore
Jean-Luc Godard

Formacinema è molto contenta di iniziare la collaborazione come Media Partner del Pentedattilo Film Festival (qui trovate tutte le info www.pentedattilofilmfestival.net) che si svolgerà a dicembre 2017 in questo suggestivo borgo-fantasma calabrese, scenografia naturale che esalta ed è esaltata dal cinema (le proiezioni avverranno nelle case restaurate e sulla navata della chiesa!).

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Inoltre nella città di Reggio Calabria, (ed anche in alcune aree Aspromontane e Grecaniche) ci sarà la sezione Cinema Educational, pensata appositamente per le scuole ed incentrata attorno alle identità nell’interazione.
In particolare nella matinè dedicata alla scuole di Primo Grado segnalo il delizioso The box. A story from Syria un corto d’animazione della turca Merve Cirisoglu Cotur prodotto dall’Università delle Arti di Londra, dove la scatola del titolo costruita e usata come una casa-giocattolo in una accogliente cameretta si trasforma in una tenda di un campo profughi per diventare poi una barchetta che affronta un mare in tempesta.

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Per le scuole di Secondo Grado assolutamente imperdibile è Watu Wote di Katja Benrah, tesi di laurea nell’ambito del Hamburg Media School’s Masterclass Programm ed ispirato ad una storia vera: il 21 dicembre 2015 alcuni militanti di Al-Shabaab hanno attaccato un autobus nella regione di Mandera in Kenya con l’intento di sgozzare tutti quelli che non sapevano il Corano. Ebbene i passeggeri musulmani si sono rifiutati di additare ed identificare i cristiani senza farsi sopraffare dal terrore né farsi dividere dall’appartenenza religiosa. Fondamentale nella riuscita del film sono stati il team composto da differenti nazionalità e la scelta di coinvolgere attori ed artisti del luogo: hanno infatti deciso, nonostante le difficoltà logistiche di girare nel deserto del Kenya.
Oltre alla proiezione di un centinaio di cortometraggi, per il 70% di origine straniera proiettati in lingua originale con i sottotitoli in italiano in concorso e fuori selezionati in diverse sezioni, ci saranno due seminari cinematografici: uno sul linguaggio visivo di film live action e di animazione con Eva Katinka Bognar regista e insegnante d’animazione digitale al MOME di Budapest e un altro di cui riparleremo a breve sul rapporto tra sceneggiatura e partecipazione ai Festival.

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Il Festival è prodotto e organizzato dalla Ram Film, con la Direzione Artistica di Emanuele Milasi, sceneggiatore, e di Americo Melchionda attore e regista del corto di produzione del Pentedattilo Film Festival The angry men-Non toccate questa casa
Tre generazioni in un proscenio che difendono la loro casa e la loro vita contro un populismo venato di ingiustizia sociale che privilegia le banche ed il legalismo machiavellico incarnato dall’ufficiale giudiziario, di nero vestito e che parla burocratese con accento neutro e metallico, contraltare di un coro popolano che solidarizza con la famiglia sotto sfratto. Ed in una situazione così disperata neppure il calcio riesce più ad assolvere alla sua funzione di “panem et circensem” (l’Uruguay che segna fa sparpagliare i ragazzini delusi ed increduli) né a rievocare taumaturgicamente il passato: non basta e non serve aver ritrovato la figurina di Scirea, dimenticata chissà come tra le pagine ingiallite; la sirena spiegata dell’ambulanza dialoga con lo sguardo distolto di Filippo e precipita tutti verso il destino ineluttabile.

Poster Poster A3 The Box

FANTASIA CAPRICCIOSA

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Una storia bellissima, dolce e semplice, che parla di un giovane ragazzo che trova il coraggio di fare un piccolo cambiamento positivo nella sua vita e anche in quella dei genitori. Un piccolo sogno diventato realtà in cui è facile per ognuno di noi immedesimarsi.
Con questa motivazione è stata assegnata a Fantasia di Teemu Nikki la menzione speciale per la sezione “Territorio in movimento” del Pentedattilo Film Festival 2017.
Un regista autodidatta nato in una famiglia di contadini finlandesi e ideatore di #lovemilla, miglior Fiction 2014 del premio Creativa Forum; una insopprimibile voglia di pizza con funghi, ananas e paprika; campi lunghi dai colori virati freddo ed un montaggio serratissimo sono gli ingredienti di questo corto.

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Autunno 1989: un adolescente stanco di sbucciare e mangiare patate, su una colonna sonora rock raccoglie bottiglie vuote che gli rendono ben 19 marchi e 80 centesimi, abbastanza per realizzare il suo sogno da condividere con la famiglia: una pizza nel nuovo asporto appena aperto in città. Ma come sostiene la legge di Murphy “tutto ciò che può andare storto, andrà sicuramente storto”: dal pizzaiolo col grembiule macchiato di pomodoro scambiato per sangue, alla benzina che finisce proprio mentre si scatena un diluvio che impregna il prezioso cartone, alla pizza che cade sul selciato (ovviamente dal lato condito…anche qui in ossequio a Murphy!) e al padre che deve rimorchiare lui, la pizza e la moto col trattore.

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Finalmente a casa, ecco la famiglia attorno ad una pizza fredda, fradicia e con un ingrediente inaspettato: sassolini e pietruzze tolti di soppiatto sulla frase a mezza bocca della madre “abbastanza gustosa…dopo tutto!”. Ma le facce disgustate raccontano un’altra storia…meglio le patate?!?

LUNGO LE RIVE DELLA MORTE: DA REGGIO ALLA SIRIA

UGO GREGORETTI RACCONTA IL TERREMOTO DEL 1908

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Quattro maestri del cinema italiano per quattro episodi sul terremoto e maremoto di Messina e Reggio Calabria del 28 dicembre 1908 e il risultato è Scossa un film storico, di denuncia e insieme visionario e anticipatorio di cosa sarebbe diventata poi l’Italia.

Così Carlo Lizzani in Speranza e Citto Maselli in Sciacalli affrontano l’angoscia dei sepolti vivi e l’ossessione paranoica dei sopravvissuti che non riescono a distinguere tra chi è lì per aiutare e chi per approfittarsene. Nino Russo in Sembra un secolo inserisce il tema dei migranti che nel 1909 erano italiani col sogno dell’America e nel 2006 (in cui ancora più di diecimila persone vivono nelle baraccopoli…ma tifano ed esultano per la notte di Berlino) sono due ragazzi di colore salvati dal mare dall’ostinato protagonista Turi che ha attraversato più di un secolo di promesse mai mantenute da un potere che di volta in volta assume le sembianze del funzionario regio, poi del gerarca fascista e infine del sacerdote democristiano. Ugo Gregoretti riprende invece il titolo del reportage che Giovanni Cena, giornalista e compagno di Sibilla Aleramo, ha scritto per la rivista “Nuova Antologia” e realizza Lungo le rive della morte utilizzando l’impianto di tecnica del reportage televisivo con un conduttore (interpretato da Paolo Briguglia) e una fauna da intervista(re): non personaggi attoriali ma come persone comuni che guardano direttamente nella macchina da presa (ed infatti la critica si è scatenata bollandolo come “pseudo-televisione”).

Ebbene, al Pentedattilo Film Festival, oltre alla proiezione di questo episodio è stata presentata anche una video-intervista di Tino Franco in cui Gregoretti ne spiega sia l’idea che la sua realizzazione tecnica: dall’uso di croma key e blue skin, agli effetti speciali (in particolare le fotografie dell’epoca ritoccate ed ingrandite integrando poi gli attori in carne ed ossa vista l’impossibilità di ricostruire location e scorci) ad un bianco e nero contrastato ed esasperato.

Ma soprattutto Gregoretti sottolinea il richiamo alle tragedie di oggi: i migranti che attraversano il canale di Sicilia (e appese nel borgo c’erano le foto di Fabio Orlando “Piovuti dal Mare”, coproduzione originale Exodus Calabria e Ram Film) e soprattutto i terremotati della storia odierna: i siriani.

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E proprio alla Siria sono stati dedicati tre corti diversissimi tra loro: The Box, We take you, From Hasakah with love.

The box è un corto d’animazione in 2D che riflette le sofferenze dei bambini siriani costretti a fuggire dalla guerra, prima in un campo profughi e poi per mare e che per la sua delicatezza ma nello stesso tempo incisività è stato scelto per la Matineè dedicata alle scuole ma anche dalla Mezzaluna Rossa per una campagna di sensibilizzazione; We take you è un corto tedesco in cui una giovane coppia, Benny and Susan, decidono di aiutare Amina ad entrare in Germania passando clandestinamente la frontiera e il durissimo  From Hasakah with love, buio e claustrofobico in cui sotto i bombardamenti una ragazza decide di darsi fuoco (urlando in inglese) davanti ad un pc ma mentre si cosparge di benzina finisce la batteria della webcam e ancora una volta il mondo non vede.

Da Reggio alla Siria lungo le frontiere della morte

ROAD TO THE OSCAR: BASIL KHALIL’S TIP YOU TO MARKETING YOUR WAY TO THE OSCARS

Workshop 1

Un interessantissimo workshop che ha dato molte indicazioni pratiche per i filmakers a partire dall’esperienza personale di Ave Maria, primo corto palestinese ad essere nominato agli Oscar e vincitore di moltissimi premi (qui potete trovare la recensione completa https://formacinema.wordpress.com/2016/02/27/avemaria/).
Il primo consiglio è quello di pensare ad un pubblico specifico e ad un messaggio forte e rendere poi il soggetto unico e credibile in termini di sceneggiatura e personaggi, stile e storia: ad esempio la figura della madre del colono è modellata sulla nonna di Daniel Chan Khalil e rimanda ad un archetipo mediterraneo riconoscibile e immediatamente decodificato nelle contrapposizioni suocera-nuora e madre-figlio… e che peraltro, i lettori italiani avevano già incontrato nel libro di Suad Amiry “Sharon e mia suocera”.
Con il suggerimento di non spedire prove-lavoro o film incompleti e di puntare su un inizio fulminante (visto che i primi 4 minuti sono quelli discriminanti!), si passa poi a come organizzare tutto il materiale (immagini, sinossi in varie versioni e lunghezze, videoclip e trailer in DCP e Blurays), come calcolare il budget iniziale (tra gli 800 e i 2.000 dollari considerando anche le iscrizioni ai diversi festival e i sottotitoli) e calendarizzare le date di scadenza dell’invio, dai 3 ai 5 mesi prima dei festival che ha suddiviso in 4 tipologie:
- Cannes, Berlino, Sundance, Toronto, Venezia (per questi è auspicabile procurarsi agenti e addetti stampa e provare ad avere un contatto coi selezionatori)
- Slamdance, Rotterdam, Clermont Ferrand, South by Soutwest, Tribeca, Palm Spring, Edinburgo, Locarno
- Bilbao, Aspen e altri festival che possono spingerti verso l’Oscar o il Bafta
- Centinaia di altri festival spesso focalizzati su tematiche specifiche, come il Nazra Film Festival dedicato alla Palestina quest’anno vinto proprio da Ave Maria come miglior corto di fiction per “la strabiliante abilità di trasfigurare temi come l’occupazione, il sospetto ed il conflitto in una brillante storia venata d’umorismo”.

Workshop 2

È fondamentale partecipare ai festival, anche quelli piccoli o minori che proprio per questo coccolano e valorizzano di più, sia per i premi che “fanno curriculum” e servono a monetizzare le richieste per successive proiezioni…senza dimenticare i passaggi in tv, I-tunes, Amazon e le linee aeree, sia soprattutto per creare una rete di contatti personali (facendo incetta di biglietti da visita e poi catalogandoli!) che creano l’effetto passaparola e possono essere utili anche per i film successivi.
Per quanto riguarda l’Oscar, Basil sostiene che l’importante sia la nomination, un “titolo per la vita” che nessuno ti può togliere, un vero e proprio marchio di qualità che aiuta ad aprire porte che altrimenti potrebbero restare chiuse…ma anche durante i party di promozione (e lui ha sottolineato che si imbucava a quelli tedeschi visto che la Palestina non è ancora riconosciuta come Stato!) il segreto è uno solo: divertirsi a fare film e amare il cinema.

 
 

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