May 13, 2024 Last Updated 10:19 AM, Oct 14, 2021

52a MOSTRA 2016

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Abbiamo siglato un accordo con il Pesaro Film festival per raccontare tutti gli eventi della 52a Mostra 2016.

La nostra inviata Monica Macchi ci racconterà tutto attraverso articoli, foto e videointerviste durante i giorni della Mostra, dal 2 al 9 luglio 2016.

PESARO A MILANO

Per il quarto anno consecutivo la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, in collaborazione con Formacinema e Agis Lombardia, presenterà a settembre all’interno della manifestazione Le Vie del Cinema 2016 (insieme al festival di Venezia e da quello di Locarno) i film vincitori del Premio Lino Miccichè Concorso Pesaro Nuovo Cinema e del Premio del Pubblico Cinema in piazza.

COMUNICATO STAMPA DEL PESARO FILM FESTIVAL 52A EDIZIONE 2016:

LA 52A MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA DI PESARO - DAL 2 AL 9 LUGLIO 2016

Otto giorni - dal 2 la 9 luglio - tra passato, presente e futuro del cinema. La 52a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro diretta da Pedro Armocida (ri)parte nel segno del “nuovo cinema”, in un moto ondoso che porterà il pubblico a seguire una manifestazione chiara nella programmazione e con una precisa messa a fuoco nel mostrare lampi di luce di cinema, eterogenei ma sempre interrogativi e pieni di senso. Al mattino, infatti, ci saranno gli incontri con gli autori, le tavole rotonde e i dibattiti (Centro Arti Visive Pescheria); al pomeriggio e alla sera le proiezioni (sala Grande e sala Pasolini del Teatro Sperimentale e Cinema in Piazza); a mezzanotte la novità della sonorizzazione dei capolavori del cinema (Palazzo Gradari).

Con lo sguardo rivolto agli studenti che, da tutta Italia e sempre più numerosi, affollano i luoghi del festival, la Mostra torna ad essere il luogo privilegiato di formazione dei futuri spettatori, che comporranno la giuria, presieduta da Roberto Andò, che sceglierà il film vincitore del Premio Lino Miccichè del Concorso. Agli stessi sono dedicate le due selezioni che più guardano al futuro del cinema, il Concorso (con i film che meglio incarnano l’idea di nuovo cinema, lontano anche dai classici stilemi tipicamente “da festival”) e la nuova SATELLITE – Visioni per il cinema futuro (che punta a quella produzione extraindustriale a low-budget) insieme a due omaggi retrospettivi, Rocky di John G. Avildsen, uscito quarant’anni fa negli Stati Uniti (il film con Silvester Stallone verrà proiettato nell’arena in piazza venerdì 1 luglio come evento di pre-apertura durante la Notte Rosa della Riviera Adriatica) e C’eravamo tanto amati di Ettore Scola, regista scomparso lo scorso gennaio a cui la Mostra aveva dedicato l’Evento Speciale nel 2002.

Il tutto sarà accompagnato dalla retrospettiva Romanzo popolare – a cui è dedicato il consueto volume Romanzo popolare. Narrazione, pubblico e storie del cinema italiano negli anni Duemila a cura di Pedro Armocida e Laura Buffoni ed edito Marsilio e la tavola rotonda – che, attraverso coppie o tris di film, tra passato e presente, affrontano tematiche che spaziano dal lavoro alla politica, con linguaggi e cifre stilistiche distinti.

Altre retrospettive significative saranno quelle dedicate al regista algerino Tariq Teguia, la cui arte ha come punto di riferimento quella di Jean-Luc Godard e quella dedicata al Critofilm – termine con cui ci si riferisce ai film sul cinema, ormai divenuto un vero e proprio genere cinematografico, ufficializzato con la vittoria di Novo film di Eryk Rocha come Miglior documentario all’ultima edizione del Festival di Cannes – a cura di Adriano Aprà che ha dedicato al Critofilm anche il primo ebook multimediale della Mostra. Un ruolo importante sarà ricoperto anche dall’animazione italiana, sia per la sezione Corti in Mostra – Animatori italiani oggi a cura di Pierpaolo Loffreda, che comprende una selezione tra i migliori cortometraggi di animazione italiana, sia per il manifesto e la sigla realizzati da Virgilio Villoresi, tra gli autori più illustri del genere. Immancabile, poi, la consueta sezione Sguardi femminili a cura di Giulia Marcucci, dedicata alle nuove tendenze del cinema russo contemporaneo.

Completano la Mostra: l’evento dedicato a Le ragazze del porno, all’interno del quale sarà proiettato l’ultimo cortometraggio di Monica Stambrini, Queen Kong, ed accompagnato dalla tavola rotonda Porno al femminile con la rivista «8 e ½» di Gianni Canova; Super 8, la sezione a cura di Karianne Fiorini e Gianmarco Torri dedicata a due autori come Giuseppe Baresi e John Porter che lavorano con questo formato; il Concorso (Ri)montaggi. Il cinema attraverso le immagini a cura di Chiara Grizzaffi e Andrea Minuz, una selezione di cinque video essay/recut/mash-up/remix con una giuria composta da Rinaldo Censi, Tommaso Isabella e Daniela Persico che sceglieranno il vincitore; le Lezioni di storia – Videoteppismi: storie e forme del video di lotta a cura di Federico Rossin, incontri e lezioni di storia attraverso la proiezione di alcuni film suddivisi in tre programmi. 

Non solo, tutte le sere, a partire dalla mezzanotte, sarà possibile partecipare al Dopofestival – Il muro del suono a cura di Anthony Ettorre (con la collaborazione di Pedro Armocida, Rinaldo Censi e Giulia Ghigi), in un alternarsi di musica e immagini fuori dagli sche(r)mi, in cui ci sarà anche Violante Placido, col suo alter ego musicale “Viola”.

IL CINEMA DI PASOLINI (APPUNTI PER UN CRITOFILM) DI MAURIZIO PONZI

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Proiezione ore 21.45, Sezione Critofilm. Cinema che pensa il cinema, Piazza del Popolo, 3 luglio 2016

Questo documentario che apre la sezione Critofilm, si concentra sul concetto di montaggio come ritmo e poesia che distingue John Ford, simbolo di un cinema-prosa incentrato sulla storia e sui personaggi, da Jean Luc Godard emblema del cinema-poesia incentrato sullo stile. Stile che fa rima con vita intesa nel senso di ricercare continuamente una nuova coscienza come mostrato nella scena finale di “Comizi d’amore” in cui Pasolini stesso augura alla coppia che “al vostro amore si aggiunga la coscienza del vostro amore”.

Presentazione audio del film. Interventi di Pedro Armocida, Adriano Aprà e Maurizio Ponzi

 

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TAVOLA ROTONDA: IL FUTURO DEL NUOVO CINEMA

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ANNAMARIA LICCIARDIELLO: Sembra urgente la necessità di digitalizzare le collezioni di cinema d’arte e di cinema sperimentale iniziate da Adriano Apra’ sia per proteggere il materiale che rischiava di andare perso e disperso che per dare il giusto posto all’esperienza del legame tra arte contemporanea e immaginario del cinema…come dimostra anche la scelta di far realizzare la sigla del Festival di Pesaro da Virgilio Villoresi, profondamente influenzata dal cinema sperimentale statunitense

DARIO MARCHIORI: Il relatore ha cercato di sistematizzare il concetto di “Nuovo Cinema” così come emerso dalle diverse edizioni del Festival definendolo storicamente come “altro rispetto a quello mainstream, inventivo, internazionale, politicamente necessario, recente, altrimenti invisibile”. Attualmente invece perdono valore l’istanza dell’essere recente perché al contrario il Nuovo Cinema è anche un modo di riscoprire un passato dimenticato e dell’essere invisibile perché oggi si assiste ad una moltiplicazione di Festival:cioè che serve è un nuovo modo di pensare e allargare il concetto di cinema in una prospettiva transnazionale di metageneri come si propone la sezione “Lezioni di Storia a cura di Federico Rossin sui videoteppismi

EVA SANGIORGI: Si concentra sulla sua esperienza all’Università Nazionale del Messico dove da 6 anni gestisce un Festival Universitario di cinema che ovviamente non si rivolge solo agli studenti ma che è aperto alla ricerca e alla sperimentazione m anche al restauro e alla conservazione ribadendo una responsabilità politica militante anche in termini estetici

relatori sitoCECILIA ERMINI: Descrive le sue esperienze all’interno dei Festival sottolineando sia i rischi di fare le veci delle case di distribuzione, sia di evitare i clichè sui “film da concorso” contaminando gli sguardi primitivi con i trend del momento quando invece è il discorso formale che crea il contenuto come dimostra la scelta del film in concorso “Kaili Blues”

EVELISE PERNIOLA: Dalla sua prospettiva di docente universitaria si rammarica della scarsa conoscenza delle basi del cinema da parte degli studenti e propone alcuni modelli di cinema più connessi con le esperienze che i giovani hanno delle immagini in movimento per creare pubblici alternatici al pubblico dei cinefili. Il primo modello viene dal laboratorio di Sensory Etnography dell’Università di Harvard dove la ricerca sulla geografia e sul paesaggio ha prodotto un film come Leviathan del 2012; il secondo dall’antropologo e indigenista Vincent Carelli che usa le risorse audiovisive per modalità di auto rappresentazione dei popoli indigeni attraverso la de-gerarchizzazione dello sguardo ed infine il progetto Memofilm di Bologna (http://www.lavoroculturale.org/il-memofilm-la-creativita-c…/) dove il cinema costituisce un elemento terapeutico e curativo.

DANIELA PERSICO: Incentra il suo intervento sull’importanza del collegamento col territorio per realtà al di fuori delle grandi metropoli come Milano o Roma, sostenendo che la cinefilia si stia spostando rispetto alla sala e alla città tout court.

Monica Macchi, Pesaro 3 luglio 2016

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TERRA SEM MALES DI URUTAU GUAJAJARA DI ENRICO MASI

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Proiezione ore 17, Sezione SATELLITE – Visioni per il cinema futuro, Sala Pasolini, 3 luglio 2016

Durante un periodo presso la SOAS a Londra, il regista Enrico Masi ha iniziato un lavoro dedicato all’impatto dei grandi eventi sulle popolazioni locali, sia in senso urbanistico che antropologico: ne è nata una trilogia composta da  “The  golden Temple”, “Sur les jeux olympiques” e “Respect the Brutal” in cui l’impatto viene narrato attraverso storie personali che assurgono a paradigma universale. Ora sta lavorando ad una trilogia brasiliana: “Lepanto”, presentato al Bergamo film meeting, “Historia do futuro” e “Terra sem males” presentato a Pesaro. In questo corto  la Terra sem males è quella degli evangelizzatori cattolici che instillano una visione quietista che rimanda al Paradiso la realizzazione della giustizia e della uguaglianza reprimendo i popoli nativi e la loro cultura. Oggi come allora la difesa della lingua diventa uno strumento di consapevolezza e di presa di coscienza che rappresenta la lotta e la militanza contro il pensiero unico veicolato dai grandi eventi. Infatti Urutau è il fondatore dell’Università indigena di Aldeia Maracana, situata all’interno di un antico palazzo coloniale da cui sono stati sgomberati e che si trova proprio a pochi chilometri dallo stadio di Rio de Janiero e studia la profonda differenza tra i concetti di ancestralità e tradizionalità.

Scheda del catalogo: 

TERRA SEM MALES URUTAU GUAJAJARA, Enrico Masi. Italia 2016, 16’

Urutau Guajajara è il fondatore della Università Indigena Aldeia Maracana. Cura laboratori linguistici all’università di Rio de Janeiro, dove il suo principale campo di ricerca è la sopravvivenza della lingua Tupì-Guaranì. Terra sem males è un film-saggio sulla dignità umana.

 
 

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