Categoria: 54a MOSTRA 2018
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tecno

1997: nel momento storico-culturale di un’Europa che vede all’orizzonte la fine della storia, così come teorizzata da Francis Fukuyama, e si ritrova preda di una profonda crisi di progettualità, una televisione tedesca propone a Fernando Birri un progetto sul Che a trent’anni dalla sua uccisione in Bolivia. Birri accetta ma a condizione di non farne un’agiografia e decide di indagare la validità dell’Utopia nel mondo contemporaneo: nasce così Che: ¿muerte de la utopía?, un documentario di interviste basate su due sole domande “Chi era il Che?” e più complessa, “Cosa è l’utopia?”. Così, senza alcuna provocazione né senza cercare alcunchè di premeditato, ma per puro interesse di conoscere quello che realmente pensa la gente, vengono inanellate una serie di risposte che fanno emergere anche il senso politico ed insieme poetico della sua produzione cinematografica.
Si parte dalla celeberrima definizione di Tommaso Moro sull’Utopia e la si declina in mille diverse varianti e sfumature: l’utopia è irrealizzabile o sembra “solo” impossibile da realizzare? O ancora è “semplicemente” difficile da realizzare? O è qualcosa che potrebbe accadere ma in altre circostanze o tempi? Ma visto che questi discorsi sono troppo astratti per i campesinos, Eduardo Galeano traduce l’Utopia nel “diritto di sognare”, concetto che viene subito riprodotto sul muro delle varie comunità.

Al suo fianco c’è Carmen, a cui spesso si rivolgono direttamente (lamentandosi scherzosamente che “l’ossessione di filmare la vita fa raffreddare l’asado”), che monta il materiale archivistico dal backstage in Compañero Birri, diario de una filmaccion, un VHS che è andato perso per 18 anni e solo da poco ritrovato, in cui si alternano riflessioni teoriche e tecniche, momenti conviviali (come il pranzo nel ranch di Rincón in cui Birri immagina il suo funerale con le foto di Rocha e Solanas e le sue ceneri disciolte nella birra mentre vengono strappate e bruciate le bandiere nazionali), e momenti ufficiali, tra cui il discorso di inaugurazione della Escuela de San Antonio de los Baños aperta a Cuba il 15 dicembre del 1986 “in questa notte di luna piena, lunga vita all’utopia con una scuola antiscolastica, un centro di produzione ed energia” alla presenza di Gabriel Garcia Marquez e Fidel Castro.

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Tutto questo materiale di repertorio viene montato con i primissimi passi legati al neo-realismo e le motivazioni che l’hanno spinto al cinema con la domanda di ammissione dattiloscritta su fogli protocollo fatta da Birri al Centro Sperimentale di Roma, dove sotto la tutela di Cesare Zavattini, ha studiato regia insieme ai cubani Julio García Espinosa, (che diventerà vice-ministro della cultura a Cuba) e Tomás “Titon” Gutiérrez Alea (regista di “Fresa Y Chocolate”, Orso d'argento a Berlino nel 1994), con Gabriel García Márquez (scrittore che si è dedicato anche a numerose sceneggiature tra cui “Tiempo de morir” di Arturo Ripstein e “María de mi corazón” di Jaime Humberto Hermosillo e con Domenico Modugno e con un’intervista recente (pochi mesi prima della sua morte) con Birri che a 92 anni si entusiasma per le nuove tecnologie e per l'utopia riconosciuta come significato ultimo della sua produzione poetica cinematografica. Il passato rivoluzionario delle lotte, il suo esilio intrecciato alla storia più ampia dell’Argentina (esemplificato dalla celeberrima foto di Galtieri con la Giunta durante la Messa), il momento neoliberista degli anni Novanta fino a Macri e sempre l’utopia intesa come la memoria del futuro.
Emerge così prepotente il ritratto intimo e scanzonato di un militante creativo che è riuscito a modificare il cinema dall’interno coniugando politica e cultura perché

“il nostro motto è resistere anche quando le realtà sembrano mentirci
e la vita consiste nella memoria del futuro, un progetto che io chiamo UTOPIA:
tutti aspirano ad avere un minimo frammento di eternità”

locandina Ata Tu

SCHEDA TECNICA
Regia: Carmen Guarini
Sceneggiatura: Carmen Guarini
Direttore di produzione: Marcelo Céspedes
Direttore della Fotografia: Martín Gamaler
Editing: Carmen Guarini
Colonna Sonora Originale: Gustavo Pomeranec
Audio post produzione: Adrián Rodríguez
Graphic Design: Antonella Fraccaro
Interviste: Eduardo Galeano, Ernesto Sábato, Osvaldo Bayer, León Ferrari, Tanya Valette, Teresa Díaz, Carmen Pappio Birri

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