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LUNGO LE RIVE DELLA MORTE: DA REGGIO ALLA SIRIA

Categoria: Pentedattilo 2017
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UGO GREGORETTI RACCONTA IL TERREMOTO DEL 1908

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Quattro maestri del cinema italiano per quattro episodi sul terremoto e maremoto di Messina e Reggio Calabria del 28 dicembre 1908 e il risultato è Scossa un film storico, di denuncia e insieme visionario e anticipatorio di cosa sarebbe diventata poi l’Italia.

Così Carlo Lizzani in Speranza e Citto Maselli in Sciacalli affrontano l’angoscia dei sepolti vivi e l’ossessione paranoica dei sopravvissuti che non riescono a distinguere tra chi è lì per aiutare e chi per approfittarsene. Nino Russo in Sembra un secolo inserisce il tema dei migranti che nel 1909 erano italiani col sogno dell’America e nel 2006 (in cui ancora più di diecimila persone vivono nelle baraccopoli…ma tifano ed esultano per la notte di Berlino) sono due ragazzi di colore salvati dal mare dall’ostinato protagonista Turi che ha attraversato più di un secolo di promesse mai mantenute da un potere che di volta in volta assume le sembianze del funzionario regio, poi del gerarca fascista e infine del sacerdote democristiano. Ugo Gregoretti riprende invece il titolo del reportage che Giovanni Cena, giornalista e compagno di Sibilla Aleramo, ha scritto per la rivista “Nuova Antologia” e realizza Lungo le rive della morte utilizzando l’impianto di tecnica del reportage televisivo con un conduttore (interpretato da Paolo Briguglia) e una fauna da intervista(re): non personaggi attoriali ma come persone comuni che guardano direttamente nella macchina da presa (ed infatti la critica si è scatenata bollandolo come “pseudo-televisione”).

Ebbene, al Pentedattilo Film Festival, oltre alla proiezione di questo episodio è stata presentata anche una video-intervista di Tino Franco in cui Gregoretti ne spiega sia l’idea che la sua realizzazione tecnica: dall’uso di croma key e blue skin, agli effetti speciali (in particolare le fotografie dell’epoca ritoccate ed ingrandite integrando poi gli attori in carne ed ossa vista l’impossibilità di ricostruire location e scorci) ad un bianco e nero contrastato ed esasperato.

Ma soprattutto Gregoretti sottolinea il richiamo alle tragedie di oggi: i migranti che attraversano il canale di Sicilia (e appese nel borgo c’erano le foto di Fabio Orlando “Piovuti dal Mare”, coproduzione originale Exodus Calabria e Ram Film) e soprattutto i terremotati della storia odierna: i siriani.

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E proprio alla Siria sono stati dedicati tre corti diversissimi tra loro: The Box, We take you, From Hasakah with love.

The box è un corto d’animazione in 2D che riflette le sofferenze dei bambini siriani costretti a fuggire dalla guerra, prima in un campo profughi e poi per mare e che per la sua delicatezza ma nello stesso tempo incisività è stato scelto per la Matineè dedicata alle scuole ma anche dalla Mezzaluna Rossa per una campagna di sensibilizzazione; We take you è un corto tedesco in cui una giovane coppia, Benny and Susan, decidono di aiutare Amina ad entrare in Germania passando clandestinamente la frontiera e il durissimo  From Hasakah with love, buio e claustrofobico in cui sotto i bombardamenti una ragazza decide di darsi fuoco (urlando in inglese) davanti ad un pc ma mentre si cosparge di benzina finisce la batteria della webcam e ancora una volta il mondo non vede.

Da Reggio alla Siria lungo le frontiere della morte

 
 

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