Categoria: NUOVE RECENSIONI
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Rome Valentino

Da tempo la pubblicità dimostra di voler prendere spunto dal cinema per raccontare e rappresentare un prodotto. Molti cineasti si sono cimentati con questa forma visiva, sia in passato che di recente. Da Federico Fellini (Barilla e Banca di Roma) a Ridley Scott (Apple), da Martin Scorsese (Armani e Dolce e Gabbana) a Wim Wenders (di nuovo Barilla), da Woody Allen (Coop) a David Lynch (Gucci), da Paolo Sorrentino (FIAT) a Pupi Avati (Ferrovie dello Stato). Perché lo spot ha il sapore della sfida estetica e narrativa: ci si aspetta dai grandi autori del cinema che siano interessati a creare delle brevi storie che siano capaci, con poche ma espressive inquadrature, di creare interesse intorno ad un prodotto o ad un servizio. Il breve o brevissimo spazio a disposizione per gli spot commerciali costringe di fatto a condensare idee, atmosfere ed emozioni che lo sceneggiatore ha pensato di utilizzare per raccontare una storia. Incredibilmente e paradossalmente, però, tutti le creazioni dei registi cinematografici sembrano più avere un rapporto con il cinema puro che con quello di intrattenimento o commerciale. Non sembra casuale che tra i primi creatori di spot ci siano proprio gli artisti dell’Avanguardia storica tedesca. Mi riferisco, in particolare a Oskar Fishinger, geniale artista tedesco, che nel 1934 girò un famoso spot per la Muratti, la marca delle sigarette, con la tecnica della stop motion: Muratti Greift Ein (Muratti Gets in the Act, Ger., col., 3’, 1934). Ne venne fuori una sorta di cartone animato citato, tra gli altri, da Alan Parker nel suo Pink Floyd The Wall (Id., UK, col., 95’, 1982) come si può vedere nei fotogrammi riprodotti qui sotto.

Fischinger murattiSpot Muratti di Oskar Fishinger (1934)

pink floyd the wall still Pink Floyd The Wall di Alan Parker (1982)

Lo stimolo economico per i registi, in queste produzioni, è secondario, mentre diventa più coinvolgente l'aspetto estetico e narrativo. A titolo di esempio, viene spontaneo far notare che Martin Scorsese per il suo spot dedicato a Doce e Gabbana ha scelto di definire il suo lavoro "A film by". A dimostrazione dell'impegno e della passione creativa, il regista americano ha deciso di mettere una firma evidente su questo spot che si tramuta in un'opera completa e compatta a tutti gli effetti.

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LO SPOT DI VALENTINO DONNA: UN OMAGGIO A ROMA DI FELLINI

Il nuovo sRoma Fellini 2pot dedicato al profumo Valentino Donna del regista francese Louis Garrel è un evidente omaggio al cinema visionario e poetico di Federico Fellini. E in particolare di un film, quello più romano anzi “romanesco” del Maestro, Roma (Ita, col., 120’, 1982). L’incipit dei due lavori, ad esempio, è praticamente identico. Il regista francese, infatti, ha intitolato lo spot Rome e non Donna, come sarebbe stato più logico, ed ha deciso di far iniziare il corto con la scritta ROME. Tutto il racconto è inserito all’interno di Piazza Navona e alle vie limitrofe, una dei luoghi più belli e fascinosi della città. Le strade deserte della capitale illuminate con una luce espressionista permettono all’istanza narrante, che parla a voce alta e accompagna le immagini, di lavorare sul principio che il profumo è qualcosa di impalpabile ma di perfettamente riconoscibile. L’ombra e la sua significazione ancestrale assume un ruolo centrale nel racconto. Emblematico a riguardo un passaggio del film (qui nell’edizione ridotta di 30’) come si può vedere nel frame riportato qui sotto:

Ombre profumo

 

La voce narrante dice “Potrebbe essere lei”. La verbalizzazione è contrappuntata all’immagine dell’ombra che si dipinge sul muro. L’istanza narrante sembra voler collegare la possibilità di riconoscere una persona, di cui non si conoscono le fattezze (vediamo solo l’ombra sul muro) attraverso il riconoscimento dell’odore del profumo di quella persona. Il concetto è ancora più esplicito nella versione lunga dello spot. La voce narrante, infatti, dice: “perfino ad occhi chiusi”. Ma rimane impresso soprattutto l'uso espressionista in stile Orson Welles di questa ombra dinamica che scivola lungo il muro di una via della città eterna. In entrambe le versioni, comunque, c’è una presenza che non è presente: la voce narrante.

http://it.parfums.valentino.com/it

La protagonista del cortometraggio è l’attrice francese Astrid Bergès-Frisbey, modella spagnola già protagonista del quasi inedito film, in stile new age, I Origins (Id., USA, col., 106’, 2014) di Mike Cahill. È lei, infatti, che attraversa le vie di Roma e viene seguita ed inseguita dalla voce narrante. Astrid Bergès-Frisbey diventa, dunque, la musa ispiratrice del regista che desidera accomunarla ad una delle più brave attrici del cinema italiano. Nel finale del corto c’è forse il riferimento più esplicito a Roma di Fellini attraverso un'immagine e una ripresa che ricorda, molto da vicino, quella in cui compare la nostra magnifica Anna Magnani.

Anna Magnani FelliniAnna Magnani in Roma (1982) di Federico Fellini

 

Finale Spot Valentino Astrid Bergès-Frisbey in Rome -Spot Valentino Donna (2015) di Louis Garrel

Per concludere è possibile affermare, come costantemente abbiamo fatto in questa sede, che il cinema classico è sempre più un elemento di ispirazione per le nuove generazioni di cineasti. Prendere a modello esperienze di grandi autori e Maestri della settima arte è diventato un passaggio obbligato per nuove e suggestive creazioni.

 

Masssimiliano Studer

 

* Il presente lavoro è in gran parte dovuto alla collaborazione tra l'autore e Alexandra Maass Comunity Manager della Mazarine Youtoyou di Parigi.

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